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“Social o dissocial”: l’incontro con Roberto Alborghetti all’Istituto San Bernardo
“Social o dissocial?”:
Al San Bernardo ci si interroga sul modo di stare (bene) nella rete con l’autore Alborghetti
Gli studenti e i docenti del nostro istituto hanno incontrato, giovedì 6 dicembre, il giornalista e autore bergamasco Roberto Alborghetti, che ha di recente pubblicato il suo ultimo libro “Social o dissocial?”, una guida per under 14 (ma non solo), in merito ai temi che maggiormente coinvolgono i cosiddetti “nativi digitali”.
I ragazzi hanno partecipato con grande interesse e curiosità al convegno, attraverso un fitto scambio di domande e risposte con Alborghetti, che ha parlato del tempo quotidianamente dedicato all’uso e spesso all’abuso del web, di fenomeni quali fake news, photosharing, chat, dei nuovi limiti di età per l’accesso ai social, per soffermarsi poi sulla “inciviltà digitale”.
Particolare attenzione è stata poi dedicata al benessere personale, con informazioni e dati scientifici, riguardanti gli effetti sul corpo umano della luce blu emessa dai display dei dispositivi elettronici e della radiofrequenza, evidenziando anche problematiche quali la postura errata e la mancata attività sportiva, perché la rete viene spesso preferita alle attività motorie. Si è discusso, inoltre, di ragazzi colpiti da miopia o dalla sindrome dell’insonnia, proprio a causa di un uso non responsabile degli strumenti tecnologici.
Non sono mancate, ovviamente, anche indicazioni utili e pratiche per gestire i dispositivi digitali, che volenti e nolenti occuperanno uno spazio sempre maggiore nel futuro prossimo.
L’interrogativo resta aperto: Come usare la rete senza lasciarsi fagocitare? La soluzione spetta a tutti noi, utilizzando sempre quello spirito critico (nel senso etimologico del termine) in tutte le situazioni di vita, lavorative, o scolastiche cui ci si approccia. Diversamente il rischio è l’isolamento che inaridisce. Il segreto è, forse, non perdere mai il calore di quell’ human touch di cui ci parla Springsteen, il grande rocker e cantastorie del New Jersey. Quell’ human touch che ci rende vivi… umani appunto!
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